Russia, un contesto geopolitico che ha cambiato tutto
I bond russi, ovvero le obbligazioni emesse dalla Federazione Russa o da entità societarie russe, sono al centro dell’attenzione degli investitori dal febbraio 2022, anno in cui il conflitto con l’Ucraina ha profondamente trasformato le dinamiche economiche e finanziarie globali. Le sanzioni imposte da Unione Europea, Stati Uniti e altri Paesi occidentali hanno reso quasi impossibile l’accesso al mercato secondario per molti titoli emessi da Mosca.
Dal punto di vista del rischio, i bond russi sono oggi considerati titoli altamente speculativi. Eppure, per alcuni investitori, i prezzi scontatissimi rappresentano una scommessa ad alto rendimento, nella speranza di un ritorno alla normalità o di future negoziazioni.
La Federazione russa è attualmente l’undicesima potenza del mondo per dimensione del PIL. Nonostante l’elevata inflazione, l’economia cresce ancora a buoni ritmi (1,4% la rilevazione trimestrale annualizzata del marzo 2025) e il debito pubblico risulta incredibilmente basso (16,4% del PIL a fine 2024); le sfide più importanti per la Russia riguardano: la lotta al declino demografico, la stabilità politica nel medio-lungo periodo e la riduzione della forte dipendenza dall’export delle sue materie prime. Il rublo ha recentemente riguadagnato terreno nei confronti del dollaro, ma, su un orizzonte decennale, risulta ancora debole.

Bond Russia quotazioni e rendimenti: la situazione nel 2025
Ad oggi, la negoziazione dei bond russi è fortemente limitata sui mercati europei. Molti intermediari non consentono più la compravendita per via delle restrizioni imposte dal pacchetto sanzionatorio UE, mentre altri titoli sono congelati nei conti degli investitori.
Le quotazioni dei bond russi sono reperibili, in alcuni casi, solo su circuiti non regolamentati o attraverso piattaforme estere che operano al di fuori della giurisdizione comunitaria.
Nonostante le difficoltà operative, i rendimenti teorici di alcuni bond russi appaiono estremamente elevati, anche oltre il 20-25% annuo, ma sono in gran parte ipotetici, dato che:
- molti titoli sono illiquidi o sospesi;
- le cedole non vengono pagate regolarmente;
- i flussi in valuta estera sono bloccati dalle restrizioni bancarie.
Esempio (maggio 2025 – dati indicativi):
- Russia Eurobond 2028 (ISIN XS0971721450)
- cedola: 5,25% USD
- quotazione indicativa: 28
- rendimento a scadenza teorico: >30%
- stato attuale: sospeso per molti intermediari UE
Cedole bond Russia non pagate: il blocco dei flussi internazionali
A partire da aprile 2022, la Russia ha dichiarato il default tecnico su una parte del proprio debito estero, non per mancanza di fondi, ma per impossibilità operativa di effettuare i pagamenti a causa delle sanzioni internazionali.
In molti casi, le cedole non sono state accreditate agli investitori non residenti in Russia, anche se formalmente il governo russo ha effettuato il pagamento in rubli o tramite conti presso banche locali.
Ciò ha portato a una situazione ambigua, nella quale:
- i titoli risultano inadempienti secondo gli standard occidentali;
- alcuni creditori locali hanno ricevuto i pagamenti, mentre gli investitori esteri no;
- molti fondi di investimento hanno dovuto azzerare il valore dei bond russi in portafoglio.

Bond Russia, risarcimento: è possibile recuperare qualcosa?
Il tema del risarcimento per i bond russi è delicato e dipende da numerosi fattori giuridici e politici. Ad oggi, non esiste un meccanismo certo per il recupero dei capitali investiti. Tuttavia, le strade percorribili includono:
- azioni legali collettive (class action) in giurisdizioni come New York o Londra;
- procedure arbitrali in sede internazionale;
- eventuali negoziazioni diplomatiche future che prevedano indennizzi per i creditori esteri.
Nevist SCF può affiancare l’investitore nella verifica del proprio titolo (ISIN, giurisdizione legale, clausole contrattuali) e valutare la possibilità di aderire a iniziative legali qualora ve ne siano di disponibili.
Obbligazioni in rubli: opportunità o rischio estremo?
Alcuni investitori stanno valutando l’acquisto di obbligazioni in rubli, emesse da enti russi e scambiate nei mercati interni (es. Mosca o San Pietroburgo). Questi strumenti, teoricamente, offrono rendimenti nominali elevati, superiori al 12%, con scadenze medio-brevi.
Tuttavia, i rischi principali sono:
- inaccessibilità per investitori europei, a causa delle restrizioni bancarie e di custodia;
- elevata volatilità del rublo;
- difficoltà nella conversione o nel rimpatrio dei profitti.
In pratica, sono strumenti riservati a investitori locali o speculatori con accesso diretto ai mercati russi. Per gli investitori retail italiani, il rischio è quasi sempre superiore al potenziale beneficio.
Conclusione: bond Russia, tra rischio geopolitico e scommessa estrema
Investire in bond russi nel 2025 significa accettare una scommessa ad altissimo rischio, in un contesto normativo e operativo profondamente compromesso. Le quotazioni bassissime e i rendimenti elevati sono solo apparenti: i limiti alle negoziazioni, i pagamenti bloccati e l’assenza di tutele legali rendono questi titoli adatti solo a investitori altamente speculativi.
Per la clientela retail e per chi cerca protezione del capitale, Nevist SCF consiglia di valutare altri strumenti a rischio controllato e con maggiore trasparenza normativa.
Disclaimer: il contenuto presentato è a scopo informativo e non costituisce raccomandazione d’investimento.
FAQ – Domande frequenti sui bond Russia
I bond russi sono ancora acquistabili da investitori italiani?
Nella maggior parte dei casi no. Le sanzioni UE vietano l’acquisto di nuovi titoli e limitano anche la compravendita di obbligazioni già emesse. Molti intermediari hanno bloccato le operazioni su questi strumenti.
Dove posso trovare le quotazioni aggiornate dei bond russi?
Le quotazioni possono essere viste su piattaforme estere come Investing.com, oppure tramite contatti con broker non europei. Tuttavia, consigliamo sempre di verificare la liquidabilità degli strumenti.
Le cedole dei bond russi non pagate possono considerarsi perse?
In molti casi sì, almeno per ora. Anche se formalmente la Russia ha dichiarato di aver pagato, i fondi non sono stati effettivamente accreditati agli investitori esteri. La possibilità di recupero è incerta e dipende dall’evoluzione geopolitica.
Ci sono azioni legali in corso per i bond russi?
Sì, alcune banche e fondi hanno avviato azioni legali internazionali per ottenere risarcimenti. Per piccoli investitori è possibile valutare l’adesione a class action. Nevist SCF può assistere nella raccolta della documentazione utile.
Le obbligazioni in rubli sono consigliabili nel 2025?
No, salvo in casi molto specifici. Il rischio valutario, la limitazione operativa e l’incertezza normativa rendono questi strumenti non adatti al pubblico retail italiano.
Fonti:
- Investing.com – Russia bonds
- Reuters – Russia default explained
- Bloomberg – Russian debt crisis updates
- Financial Times – sanctions and sovereign debt
- Ministero delle finanze russo – dati ufficiali