TasseTasse di successione in Italia per residenti all’estero

Tasse di successione in Italia per residenti all’estero

Tabella dei Contenuti

Gestire una successione ereditaria è sempre un passaggio delicato, che coinvolge aspetti personali, patrimoniali e spesso emotivi. Quando poi gli eredi risiedono all’estero — o il defunto stesso aveva legami con più Paesi — la situazione si complica ulteriormente: subentrano regole fiscali internazionali, possibili casi di doppia imposizione e obblighi dichiarativi che non sempre sono chiari a chi si trova ad affrontarli per la prima volta.

In questa guida aggiornata al 2025, analizziamo come funziona la tassazione di successione in Italia per i residenti all’estero, illustrando:

  • i criteri usati dal fisco italiano per determinare le imposte,
  • le aliquote e le franchigie in base al grado di parentela,
  • i meccanismi per evitare la doppia tassazione grazie a convenzioni o crediti d’imposta,
  • e gli adempimenti pratici richiesti agli eredi non residenti.

Nevist SCF non offre soluzioni preconfezionate o promesse generiche: il nostro obiettivo è fornire un supporto professionale e personalizzato, aiutandoti a comprendere le regole applicabili al tuo caso e a pianificare con consapevolezza i passaggi successivi. Questo approccio ti permette di affrontare una materia complessa come la successione internazionale con maggiore serenità e precisione, riducendo il rischio di errori o sanzioni.

 

 

La tassazione italiana nella successione internazionale

Nel contesto di una successione ereditaria che coinvolge soggetti residenti all’estero, la normativa italiana applica due criteri principali per stabilire il trattamento fiscale:

  • la residenza fiscale del defunto al momento del decesso;
  • l’ubicazione dei beni ereditati.

Questi elementi determinano se e su quali beni lo Stato italiano può esigere le imposte di successione, ipotecaria e catastale. Anche se gli eredi si trovano fuori dai confini nazionali, sono comunque tenuti a rispettare gli obblighi fiscali italiani, a partire dalla dichiarazione di successione.

Principio del worldwide taxation

Se il defunto era residente fiscale in Italia al momento del decesso, l’imposta di successione si applica all’intero patrimonio ereditario, ovunque si trovi nel mondo. Questo include immobili, conti correnti, beni mobili, partecipazioni e altri diritti presenti anche all’estero.

 

 

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Principio della territorialità

Se il defunto era residente fiscale all’estero, l’Italia tassa solo i beni situati nel territorio italiano, come:

  • immobili
  • conti presso banche italiane
  • azioni o quote di società italiane
  • aziende operative in Italia
  • crediti verso soggetti residenti

Anche in questo caso, la dichiarazione di successione è obbligatoria per beni localizzati in Italia.

 

 

Aliquote e franchigie per successione con eredi all’estero

L’imposta di successione in Italia è proporzionale e varia in base al grado di parentela tra defunto ed erede, indipendentemente dalla residenza dell’erede.

Grado di parentela

Aliquota

Franchigia

coniuge e figli

4%

1.000.000 €

fratelli/sorelle

6%

100.000 €

parenti fino al 4° grado e affini fino al 3°

6%

nessuna

altri soggetti (es. amici, conviventi)

8%

nessuna

eredi con handicap grave (legge 104)

aliquote standard

1.500.000 €

Le franchigie si applicano su base individuale per ciascun erede.

Esempio: come funzionano le franchigie

Immagina un’eredità del valore complessivo di 1.200.000 euro, lasciata da un padre a un figlio.

  • La franchigia prevista per figli e coniuge è di 1.000.000 euro, quindi l’imposta si applica solo sulla parte che eccede questa soglia.
  • In questo caso, la base imponibile sarà quindi 200.000 euro (1.200.000 – 1.000.000).

Poiché l’aliquota per i figli è del 4%, l’imposta di successione da pagare sarà:

200.000 x 4% = 8.000 euro

Questo calcolo mostra come la franchigia riduca significativamente l’importo su cui applicare l’imposta, permettendo di risparmiare migliaia di euro rispetto a un’imposta calcolata sull’intero valore ereditato.

 

 

Doppia imposizione: come evitarla con il credito d’imposta

Quando beni o soggetti ereditari ricadono in più giurisdizioni fiscali, può verificarsi la doppia imposizione. In questi casi si può accedere a due strumenti:

Convenzioni contro le doppie imposizioni

L’Italia ha firmato trattati con alcuni Paesi (es. USA, Francia, Regno Unito, Grecia, Israele, Svezia, Sudafrica) per stabilire quale Stato ha priorità di tassazione. Le convenzioni possono prevedere l’esenzione in uno dei due Stati o la possibilità di applicare un credito.

Credito d’imposta

In assenza di convenzione, o quando previsto, si può richiedere un credito d’imposta pari alle imposte già versate all’estero, fino a concorrenza dell’imposta italiana dovuta sugli stessi beni. Questo evita una duplicazione dell’onere fiscale.

 

 

Adempimenti fiscali per eredi non residenti

Gli eredi che risiedono all’estero sono comunque soggetti a una serie di obblighi fiscali in Italia:

Dichiarazione di successione

Va presentata entro 12 mesi dal decesso. Deve essere inviata in via telematica all’Agenzia delle Entrate. La dichiarazione va compilata anche se l’erede non è residente e anche quando non vi sono imposte da versare (es. beni sotto franchigia).

Codice fiscale

Gli eredi esteri devono ottenere un codice fiscale italiano, anche se non possiedono alcuna residenza in Italia. Può essere richiesto presso i consolati italiani all’estero.

Versamento imposte: modello F24

Le imposte di successione, ipotecaria e catastale si pagano con modello F24, indicando il codice fiscale del defunto e il codice tributo corretto. Dal 2025, la compilazione e il pagamento sono autoliquidati dal contribuente tramite il Quadro EF della dichiarazione.

Voltura catastale

Se l’eredità include immobili, è necessaria la voltura catastale per aggiornare l’intestazione presso il catasto. L’operazione avviene insieme alla dichiarazione.

Rappresentante fiscale

In alcuni casi è consigliabile nominare un rappresentante fiscale in Italia, soprattutto se l’erede è impossibilitato a gestire le pratiche da remoto.

 

 

Casi particolari e raccomandazioni operative

Beni in più Paesi

Quando il patrimonio del defunto è distribuito tra Italia e altri Stati, è essenziale:

  • ricostruire con precisione il valore di ogni bene
  • stabilire la normativa applicabile in ogni giurisdizione
  • presentare eventuale richiesta di credito d’imposta con prova dei versamenti esteri

Eredi con nazionalità e residenza diverse

In famiglie multinazionali o transfrontaliere, ogni erede può avere obblighi differenti. L’assistenza di professionisti specializzati in successioni internazionali diventa cruciale per evitare errori o omissioni.

Valore presunto beni mobili per defunto estero

Se il defunto non era residente fiscale in Italia, l’Agenzia delle Entrate presume che l’asse ereditario italiano includa beni mobili (es. denaro, gioielli, arredi) per un valore pari al 10% del valore degli altri beni. Tale valore è inclusivo salvo prova contraria documentata.

 

 

Conclusione: pianificare con attenzione è essenziale

Le successioni che coinvolgono eredi residenti all’estero sono decisamente più complesse rispetto a quelle esclusivamente nazionali. Occorre valutare con precisione alcuni fattori chiave, come:
• la residenza fiscale del defunto,
• la localizzazione dei beni,
• l’esistenza di trattati internazionali contro la doppia imposizione,
• gli obblighi dichiarativi e di pagamento nei diversi Paesi.

Affrontare questi aspetti in modo superficiale può portare a errori costosi, ritardi nell’ottenimento dell’eredità o addirittura a sanzioni. Proprio per questo Nevist SCF non si limita a offrire consulenza sulla successione in senso stretto, ma integra la gestione di queste tematiche nella più ampia pianificazione patrimoniale, aiutandoti a tutelare e organizzare al meglio il tuo patrimonio complessivo, oggi e in prospettiva futura.

Rivolgersi a professionisti esperti significa costruire una strategia che tiene conto sia delle regole fiscali italiane che delle implicazioni internazionali, ottimizzando il carico fiscale e proteggendo i tuoi asset familiari. Nevist SCF è al tuo fianco per accompagnarti in questo percorso con competenza e visione di lungo termine.

 

 

 

📌 FAQ – Domande frequenti sulle successioni con eredi residenti all’estero

Se sono residente all’estero devo comunque presentare la dichiarazione di successione in Italia?

Sì. La dichiarazione di successione va presentata in Italia quando nell’asse ereditario ci sono beni situati nel territorio italiano, come immobili o conti correnti, indipendentemente dalla tua residenza. È un obbligo che ricade su tutti gli eredi.

Posso pagare le tasse di successione in Italia usando i soldi del conto del defunto?

Sì, ma solo dopo aver presentato la dichiarazione di successione e aver sbloccato le somme. Di solito le banche italiane richiedono la ricevuta di avvenuta dichiarazione e i versamenti delle imposte ipotecarie e catastali prima di permettere operazioni sui conti.

Come funziona il credito d’imposta per evitare la doppia tassazione?

Se hai già pagato un’imposta di successione in un altro Paese, puoi chiedere in Italia un credito d’imposta pari alle somme versate all’estero, fino a concorrenza dell’imposta italiana dovuta sugli stessi beni. È però necessario conservare e presentare tutta la documentazione che attesti i versamenti.

Perché serve un codice fiscale italiano anche se non vivo in Italia?

Perché è indispensabile per compilare la dichiarazione di successione, effettuare i versamenti F24 e intestare correttamente i beni ereditati (es. immobili). Puoi richiederlo presso un consolato italiano nel tuo Paese di residenza.

 

 

 

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